Il coronavirus sta sostenendo la domanda di innovazione in ambito sanitario per combattere ondate virali come quella che stiamo vivendo. Grazie ai progressi compiuti nel sequenziamento del DNA, il genoma del virus di Wuhan è stato mappato nella sua interezza in meno di u n m e s e d a l p r i m o c a s o a c c e r t a t o , p r o c e s s o fondamentale per le diagnosi e lo sviluppo di un vaccino. Il progresso tecnologico ha annullato quei ritardi derivanti dal dover coltivare in vitro la quantità di virus sufficiente. Infatti, ora bastano minuscole quantità del DNA del virus, rilevate direttamente attraverso la saliva o il sangue del paziente, per effettuare la diagnosi. Per prevenire i contagi sono sempre più utilizzati servizi sanitari a distanza, monitoraggi della salute, chirurgia da remoto e dispositivi indossabili. Grazie ai passi avanti della medicina a distanza, sostenuti dalla connessione 5G, il personale medico potrà sempre più comunicare con i pazienti in isolamento in tutta sicurezza.
Anche nel post coronavirus, possiamo già prefigurare che le stanze d’ospedale del futuro saranno sempre più virtuali e consentiranno tanto al personale medico e infermieristico quanto ai famigliari del paziente di interagire con lui senza essere esposti a minacce dirette per la loro salute.
L’integrazione crescente di robotica e medicina aiuterà poi a limitare le infezioni all’interno degli ospedali e nelle aree sottoposte a quarantena. Covid-19 sta aumentando la richiesta di robot per interagire con i pazienti e limitare così il numero di medici e infermieri che contraggono il virus. I robot possono essere usati infatti per controllare i parametri vitali, eseguire procedure semplici, effettuare consegne e pulizie. Il numero di robot per la sanificazione a raggi UV per decontaminare stanze e ambulanze, ad esempio, sta aumentando molto nelle aree dove si registrano più contagi, in cui è presente il virus o altri microrganismi. Inoltre, i robot sono in grado di aiutare nel cambio delle flebo, possono prendere campioni dai pazienti, maneggiare rifiuti biologici, esaminare i campioni in modo più sicuro e portare avanti procedure diagnostiche senza rischio di infezioni o errori. Il coronavirus non farà che incentivare l’adozione di queste tecnologie su larga scala.
Questa epidemia porterà ad una maggiore richiesta di servizi sanitari a distanza (online o virtuali) dal momento che si cercano di limitare le interazioni negli ambienti ospedalieri. I progressi nella connettività 5G significano che gli screening per i sintomi del tipo coronavirus saranno più semplici in futuro e i pazienti in quarantena potranno essere monitorati grazie ai robot.
Vediamo quindi come la rivoluzione dell’innovazione in ambito sanitario sia già in corso, renda più disponibili i servizi diagnostici e porti ad un calo dei costi dei servizi sanitari. Attraverso l’intelligenza artificiale e i big data si potranno fare diagnosi e identificare malattie più efficacemente rispetto alla media dei professionisti del settore sanitario, in modo particolare se quello staff ha scarsa esperienza con malattie rare.
Anthony Ginsberg, co-ideatore di HAN-GINS Indxx Healthcare Innovation UCITS ETF (comprende oltre 100 titoli di aziende legate in viario modo all’innovazione nell’ambito sanitario attivo nella robotica, nel sequenziamento genomico, nei dispositivi indossabili e nelle neuroscienze